Verso la Romania
Finalmente partiamo per il Viaggione 2018, dopo aver caricato la nostra auto 7 posti, attraversiamo il Nord Italia in tempi relativamente brevi, ma il vero ingorgo è il tratto di A4 che ci porta verso la frontiera; tra lavori, rallentamenti e vacanzieri, il tratto da Desenzano a Gorizia diventa eterno.
Fortunatamente siamo attrezzati con succhi di frutta e crackers, libri, video e canzoncine (l’elefante con le ghette ha viaggiato con noi per diversi km) e poco dopo le 4 del pomeriggio ci fermiamo a Gorizia per acquistare la Vignetta, elemento indispensabile per accedere alla rete autostradale Slovena.
A differenza dell’Italia la Slovenia adotta le Vignette da incollare al parabrezza e il costo varia in base a quella prescelta, per una vacanza si può optare tra quella settimanale (15€) e quella mensile (30€); siccome non faremo ritorno passando per la Slovenia, optiamo per la vignetta settimanale. Il sistema autostradale Sloveno prevede un passaggio rallentato presso alcune porte dove le telecamere verificano la presenza della Vignetta è importante applicare la vignetta al parabrezza, al confine Italo Sloveno vendono anche la vignetta Ungherese approfittiamo di questa occasione, così da non doverci fermare successivamente. La e-vignetta Ungherese, a differenza di quella Slovena, non ha etichette da applicare, ma ti pinzano al libretto dell’auto un foglio (che potrai togliere quando non serve più) che è la ricevuta di pagamento; loro registrano la targa e non ci sono barriere da passare. Il costo è pari a 5000 fiorini/mese _poco più di 15 euro_ (3000 fiorini/settimana _poco meno di 10€). Preparando il viaggio del 2019, ho scoperto che è possibile fare la Vignetta Ungherese online (https://ematrica.nemzetiutdij.hu/).
Dopo Lubiana, capoluogo Sloveno (e città inserita nella lista “da Visitare”) mi posiziono alla guida e via veloci verso la prima tappa; tutte le volte che attraverso la Slovenia osservo con piacere questo Stato che si è ricostruito dopo una brutta e recente guerra interna, le montagne sono verdissime e poco rocciose e nascondono borgate di cui si intravedono solo le guglie delle chiese, i prati sono ben curati, le strade sono ordinate e le città che si affacciano all’autostrada espongono le loro ricchezze paesaggistiche e turistiche; sono diversi i cartelloni pubblicitari che invitano a visitare grotte, terme (Romane o moderne) ma soprattutto invitano a tornare in inverno quando la neve permette di sciare.
Giungiamo alle 19 a Dolina Lendava, paese Sloveno prima del confine Ungherese dove passeremo la notte.
Laura è stanchissima e mentre io mi prodigo col mio pessimo inglese a compilare i documenti del check in lei e Cristian iniziano a giocare sul prato davanti all’appartamento, sfogando la tensione accumulata nello stare ferma in auto.
L’appartamento è molto bello e secondo la mia opinione ideale per i periodi invernali.
Una enorme stufa in ceramica tiene lo spazio tra la cucina e zona giorno dove il divano era già stato convertito in letto, la maggior parte dell’arredamento è in legno, le finestre e porte finestre si affacciano sul vigneto. (Apartment Feher Lendava 70€/notte prenotando attraverso Airbnb)
La voglia di fermarci e farci una doccia è tanta, ma non conosciamo le abitudini e gli orari locali e preferiamo uscire per cenare.
Alle 20.30 abbiamo difficoltà a trovare dove cenare, infatti i pochi locali aperti non ci hanno accettato spiegandoci che la cucina chiude alle 20, ma tutti ci indirizzano verso il grande (e unico) Hotel posto in centro paese che siccome è venerdì sera tiene il bar aperto fino a tardi e la cucina chiude alle 22.
La proposta culinaria locale è ottima, ma nessuno parla inglese (meno che mai l’italiano) e i menù sono solo in lingua locale, abbiamo ordinato guardando sul tavolo dei vicini e ci è arrivato un vassoio di carne alla brace, riso e patatine fritte che è stato apprezzato da tutti, in particolar modo da Laura.
Il cibo è ottimo, ma il servizio un po’ meno. Non esiste un menù dedicato ai bambini, che non è indispensabile, ma è apprezzato per chi viaggia con bimbi, non ci sono seggioloni o fasciatoio nei bagni, non si possono ordinare bibite fuori frigo, e come detto precedentemente pochissimi parlano inglese. Se vi fermate a pernottare in Slovenia o scegliete di fare una vacanza, sappiate che hanno orari rigidi sulle chiusure delle cucine, quindi dopo una certa ora rischiate il digiuno.
Ci facciamo una bella passeggiata e dopo aver cercato inutilmente un distributore di benzina H24, decidiamo di ritirarci.
La casa continua ad essere confortevole e ci accoglie per una doccia, due chiacchiere e ci corichiamo verso le 23, poiché l’indomani alle 6 dovremmo essere già in strada.
Non abbiamo con noi il lettino da campeggio e decidiamo di avventurarci a dormire in 3 nel lettone, cosa che non facciamo a casa. Cristian dopo solo 30 minuti di calci nelle costole decide di appropriarsi di uno dei lettini dedicati ai bambini, almeno lui ha dormito.
Alle 6.30 dopo latte e Plasmon e quasi puntuali sulla tabella di marcia ci mettiamo in auto direzione Timisoara, ma prima dobbiamo trovare un distributore di benzina.
La fortuna questa mattina ha giocato a nostro favore e mentre mi appresto a mettermi alla guida dell’auto, Cristian verifica la viabilità, sappiamo che è il primo sabato di agosto, giorno in cui la maggior parte dei rumeni d’ Italia fa ritorno a casa per le vacanze, ed abbiamo già assistito (e partecipato) alle code infine ai caselli e/o pompe di benzina in Slovenia pertanto Cristian verifica sul cellulare la viabilità sull’autostrada, vedendo che è segnalato un rallentamento per incidente proprio dove noi avremmo dovuto accedere; decidiamo di dirigerci verso l’Ungheria attraverso la strada secondaria che passa sotto la casa che ci ha ospitato per la notte e in 5 minuti accediamo in terra Ungherese, dove ci fermiamo subito a fare rifornimento, grazie a Google Maps percorriamo strade secondarie senza fatica e senza timore di perderci, acquistiamo brioches e succo di frutta dal benzinaio e attraversiamo la campagna ungherese addentrandoci in paesini microscopici ma ricchi di vita.
Dopo una ventina di chilometri, possiamo accedere all’autostrada, stranamente deserta in questo tratto e guidiamo direzione Budapest, da cui poi prenderemo l’autostrada verso sud, direzione Romania.
L’Ungheria, la quale non ho mai visitato ma solo attraversato (anche questo Stato è in lista di attesa nei posti da visitare) si presenta leggermente montuosa verso Ovest, a confine con la Slovenia, per poi discendere verso una enorme pianura fino a Budapest.
Spettacolare, è il tratto di autostrada che fiancheggia il lago Balaton, 85 km di lunghezza per 15 km di larghezza nel suo punto più largo e appena 2 nel suo punto più stretto. Si intravedono barche a vela, bagnanti e case sul lago, il tutto con un’aurea quasi da romanzo.
Un po’ meno da romanzo è invece l’avvicinamento a Budapest, dove il fidato Google ci annuncia ben 3 incidenti in avvicinamento alla tangenziale che gira intorno alla capitale magiara, provvidenziale è stata la tappa all’autogrill di Erd da cui siamo usciti dall’autostrada proseguendo per qualche km su strade statali, evitando la tangenziale di Budapest. Le strade di paese Ungheresi sono molto simili a quelle Rumene, lunghe lingue di asfalto che uniscono paesi contadini distanti tra loro.
Abbiamo incontrato il vecchietto col carro in legno, il cui cavallo ci ha salutato defecando sulla strada, fiancheggiato per km una pista ciclabile in costruzione nel bel mezzo di campi arati e null’altro. Google ci ha poi fatto prendere una tangenziale che ci avrebbe riportato sull’autostrada M0 direzione Szeged. Decidiamo di evitare la frontiera di Nadlac e decidiamo di accedere alla Romania dalla frontiera di Cenad, posta al di fuori dell’autostrada, e in 10 minuti entriamo in terra Rumena. Ci dirigiamo verso il centro di Timisoara, dove incontriamo il fratello di Cristian che si unirà a noi per un pezzo del viaggio.
Dopo una breve sosta, un bicchiere d’acqua via verso il paese natale di Cristian, dove la nonna ci aspetta per la cena.