Targu Jiu
Andiamo a visitare la città di Targu Jiu, cittadina abbastanza grande (quasi 100mila abitanti) che dista a circa 60 km da dove ci troviamo noi, è sede di un bel parco che contiene le opere di un famosissimo scultore contemporaneo Rumeno Constantin Brâncuși. Le opere sono state donate dal suo autore alla città.
Targu Jiu ci si presenta subito caotica, gente che parcheggia in seconda/ terza fila, macchine ovunque, dietro consiglio di Octa, troviamo parcheggio in una viuzza laterale poco distante dall’ingresso del parco che ospita due delle tre opere. Cogliamo l’occasione per visitare una chiesa Ortodossa vicino a dove lasciamo l’auto.
La maestosità del sacro mi pervade sempre quando accedo ad uno di questi luoghi di culto, dove il tutto è superfluo, infatti non ci sono sedie o panche, non ci sono libri per seguire la funzione, ma solo un grande spazio vuoto, alcune sedie su i lati, per le persone anziane e il fedele è attratto solo ed esclusivamente dall’altare e dalle raffigurazioni dei santi.
Immediatamente davanti alla chiesa, ci soffermiamo a guardare una croce in legno finemente intagliata, dedicata ai caduti durante la Rivoluzione del 1989.
Ci dirigiamo verso il parco dedicato allo scultore locale e ci imbattiamo subito in una delle sue opere la Porta del bacio (Poarta sărutului), e dopo le classiche foto di rito ci addentriamo a visitare un parco davvero pulito, ben tenuto, dove poliziotti attentissimi si assicurano che le opere d’arte non vengano in nessun modo toccate. Si possono fotografare, ammirare ma non toccare. Ci avviciniamo anche alla seconda opera d’arte la Mensa del silenzio (Masa tăcerii), dedicando però più tempo al parco giochi anni 60, e dopo aver fatto un paio di giri sullo scivolo e un paio sugli autoscontri, ci apprestiamo a visitare il centro città.
La città è molto caotica, tantissime auto, gente che si muove senza una logica apparente, fatto tipico di questi paesi della Romania, per poi scoprire che ognuno ha una meta, qualcosa da fare, qualcuno da visitare; esattamente come in ogni parte del mondo.
Decidiamo di andare a mangiare in un locale vicino alla piazza del mercato, poco distante dal parco, dove aimhè, ci scontriamo per la prima volta con la poca preparazione nell’accogliere famiglie e non solo adulti.
Il locale è molto bello, ma i camerieri sono andati in panico alla richiesta di Cristian di spostare una delle sedie (tavolo x 4) per poter sistemare il passeggino, in assenza di un seggiolone; solo quando Octavian ha preso una delle sedie e l’ha sistemata in un angolo dove non ingombrava i camerieri hanno accettato questo cambiamento, permettendoci finalmente di mangiare.
A differenza della Slovenia, e di altri stati europei, in Romania la cucina è sempre aperta durante l’arco della giornata, quindi pranzare alle 3 del pomeriggio non è mai un problema. Mangiamo un piatto di carne enorme, destinato ad almeno 5 adulti, e ci viene proposta la dogbag per tutto ciò che non è stato mangiato, focaccia compresa che tanto è piaciuta a Laura.
Prima di fare ritorno a casa, passiamo a vedere l’ultima delle opere dell’artista locale la Colonna dell’infinito (Coloana infinitului), anche in questo caso, il parco è tenuto benissimo, quasi un prato da campo da calcio, su cui nessuno poteva accedere poiché controllato a vista il perimetro dalla polizia.
Riprendiamo la strada verso casa dei nonni.