Dai Monti Al Mare 2015
” Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono. (William Blake) “
Nell’agosto del 2015, a seguito di una brutta notizia, decidemmo di partire per un viaggio “zaino in spalla”. Eravamo solo io e Cristian, Laura era ancora solo un progetto.
Negli ultimi giorni in ufficio, nelle lunghe pause pranzo, abbozzai un percorso su sentieri che onestamente non conosco, ma di cui ho accettato la sfida.
Il progetto originale era partire dal Colle di Tenda (non dal traforo, ma dal vecchio passo), raggiungere il rifugio di Valmasque, dormire presso il rifugio, proseguire verso il rifugio delle Meraviglie, nell’omonima valle, per poi discendere attraverso sentieri e strade e raggiungere Nice in 5 giorni.
- CONSIGLI
- quando affrontate viaggi in montagna, magari su sentieri non troppo conosciuti da voi, fate ricerche, approfondite e se potete fate dei sopralluoghi precedentemente, parlate con guide o uffici del turismo locali.
- Noi ci siamo appoggiati al racconto di un viaggio organizzato, dove davano qualche indicazione su i sentieri (pochi), e qualche indicazione su dove dormire, purtroppo venivano omesse molte informazioni su sentieri, tempi di percorrenza e reale difficoltà, trasformando la nostra passeggiata in una avventura.
Il primo giorno di ferie ci facemmo abbandonare al Colle di tenda dai nostri fratelli, che colsero l’occasione di fare una gita fuori porta a Limone Piemonte. Alle 7.30 eravamo già in cammino. La prima parte del percorso si presenta su strada asfaltata e per nulla in salita, fino al bivio dove lasciammo la carrozzabile che porta a Casterino e prendemmo il sentiero sulla destra, dove finalmente la strada iniziava a salire. Inizialmente il sentiero era segnato e battuto, ma dopo qualche chilometro il sentiero diventava sempre meno indicato e la vegetazione invadeva il passaggio. Decidemmo di proseguire, seguendo le poche indicazioni e sporadici “omini” rimasti qui e là sul sentiero.
Giungemmo in vetta, dove il sentiero proseguiva in orizzontale tra prati alpini e notevoli dislivelli, si intravedeva infatti la strada che porta a Casterino in lontananza, evidenziando un notevole dislivello.
Siccome piovigginava, decidemmo di proseguire senza troppe pause sul cammino (cosa da non fare, soprattutto se non si è allenati come noi, bisogna idratarsi e mangiare nel modo giusto. Cosa che noi non facemmo). Giungemmo in un vallone bellissimo, selvaggio, dove incontrammo un branco di camosci che si dissetavano al laghetto; la nostra strada proseguiva verso valle, nel frattempo il sentiero era completamente scomparso, proseguivamo per intuito, scorgendo nella vegetazione alta un’indicazione di tanto in tanto.
Il vero problema fu che il sentiero divenne una pietraia e verso valle, scomparve del tutto trovandoci a picco su uno strapiombo che si affacciava alla strada asfaltata, proseguimmo sul lato destro della montagna, nella speranza di scorgere un sentiero. Ci aggrappammo a una pietra, che ci permise di togliere qualche secondo gli zaini, mangiammo un cubetto di grana ed ammetto che a me prese una crisi di pianto.
I nostri zaini come potete vedere erano completamente pieni e pronti per scoppiare
Pioveva, eravamo bloccati in Francia su un sentiero non battuto né conosciuto, a strapiombo su una strada con un salto di almeno dieci metri. Proposi, in preda allo sconforto di chiamare il numero di emergenza (che non sapevo qual era in Francia), ma Cristian riuscì a convincermi ad aspettare; sistemò a terra e ben messi gli zaini, mi fece sedere e mi disse di aspettare che lui avrebbe provato a proseguire lungo quel lato della montagna, in esplorazione, per vedere dove sbucava. Noi eravamo fermi poco sotto la cresta, e la nostra unica visuale era lo strapiombo. Si allontanò assicurandomi che sarebbe tornato da lì a poco, e che se non vi erano vie di uscita, avremmo chiamato i soccorsi.
Sparì dietro la cresta, e rimasi da sola nel silenzio immenso della montagna, interrotto saltuariamente dal rumore delle auto a fondovalle, tornò dopo una decina di minuti e a me parve essere spuntato il sole nel vederlo. Mi disse che oltre la cresta, che aveva un passaggio alquanto difficile, il sentiero non esisteva più ma la montagna scendeva più o meno dolcemente verso un sentiero di fondovalle, che dalle indicazioni in nostro possesso, era il sentiero che ci avrebbe portato al rifugio di Valmasque, o a Casterino se avessimo deciso di abbandonare l’avventura. Cristian mi disse che portava il suo zaino oltre la cresta, di aspettarlo lì, poiché preferiva che io superassi quel pezzo di strada senza pesi sulle spalle, e così facemmo; lo aspettai e quando tornò iniziammo la salita verso la cresta, superammo la cresta che era a sbalzo nel vuoto e discendemmo sull’ipotetico sentiero, dopo alcune rocce alte, e alcuni passaggi resi scivolosi dalla pioggia, ci ritrovammo in una larga valle, dove il sole faceva capolino dalle nuvole uggiose, raggiungemmo lo zaino di Cris posto sotto una copia di alberi e mi sedetti, mentre lui discese in solitaria un altro pezzo di montagna per poi lasciare lo zaino un po’ più a valle e risalire a prendermi; da quel momento in poi scendemmo insieme fino alla strada bianca posta in fondo alla valle. Ci sedemmo e ragionammo quanto superficiali fossimo stati. Mangiammo una stecca di cioccolata e riprendemmo il cammino verso il Valmasque. In un paio di ore raggiungemmo il Rifugio, dove potemmo mangiare e dormire a terra in sala da pranzo. Al mattino alle 6 è stato fantastico lavarsi i denti nei lavandini esterni al rifugio, mangiare colazione e ripartire.
La notte al rifugio è stata più o meno tranquilla; siccome il rifugio era pieno, ci permisero di dormire a terra in sala da pranzo, ma sulla strada che porta al bagno, quindi la notte è passata tra gente che ci passava affianco per uscire ed andare in bagno e crampi notturni a Cristian.
Il mattino successivo restammo a lungo fuori dal Rifugio di Valmasque a guardare gli altri gruppi riprendere il cammino, noi eravamo indecisi se proseguire verso il Rifugio delle Meraviglie (5 ore da dove eravamo noi) oppure scendere a Casterino e scendere verso mare, se a piedi o con i mezzi, era tutto da decidere.
Optammo per scendere a mare a rilassarci, l’episodio di ieri ci aveva un po’ segnato.
Scendemmo a valle in una giornata soleggiata, e ci godemmo le cascate, i fiori e i campi. Giungemmo a Caterino verso l’ora di pranzo e dopo aver trovato il centro informazioni aspettammo l’autobus che ci avrebbe portato a St Dalmas de Tende.
La stazione ferroviaria di St Dalmas era un luogo cupo, con le finestre murate e manco un’anima in giro. Prendemmo il treno che definiscono “il treno delle meraviglie” e questo nome è dato con ottime ragioni. La ferrovia attraversa valli e pianori, giù fino a mare, regalando angoli e scorci di castelli, borgate, paesi stretti tra cielo e montagna. Un luogo magico
Giungemmo alla stazione centrale di Nizza con zaini da montagna sulle spalle, scarponi che penzolavano e racchette infilate negli zaini, raggiungemmo il porto dove prendemmo un bus di linea che ci portò fino a Cap d’àil, dove prendemmo una stanza per la notte.
Una doccia calda e un vero letto ci attendeva, non prima di aver acquistato birra e pringles in un negozio ed aver fatto un aperitivo sulla spiaggia de la Mala, come anni fa, durante la nostra prima vacanza insieme.
One thought on “Dai Monti Al Mare 2015”
che bella avventura!
Un’esperienza da monito per tutti quelli che si improvvisano escursionisti 🙂
Bravi!!
Cristina